venerdì 9 settembre 2011

Intervista ad Akim (Dario Ruggieri)


Ciao AKIM,
prima di tutto, grazie per la tua disponibilità.
Che ne dici di cominciare parlandoci in tutta libertà della tua ricerca artistica in campo musicale e poetico\letterario?




Grazie per questa opportunità, ho sempre coltivato un forte interesse per la musica classica e il jazz, fin da bambino intorno ai 9-10-anni non perdevo mai l’occasione di ascoltare radio 3 in modulazione di frequenza, e passavo le mie giornate invernali sempre con una radio a valvole accesa, ricordo anche il programma”per voi giovani” su radio rai 1 e alla sera era immancabile ascoltare le radio europee in onde corte, tutte le novità inglesi erano mie, ritornando a radio 3 il radioteatro, la lirica, il jazz, trasmissioni poco commentate anzi seraficamente venivano dati solo i titoli dei brani, e l’intrattenimento non esisteva, programmi di prosa, poesia, teatro, sono stati la mia prima formazione di fruitore di arte, tutti questi suoni, racconti, recitazioni, sono stati fondamentali per accompagnare i primi pennelli su una tela o chine su fogli, poi verso i 12 anni con i primi temi scolastici mi resi conto di essere portato alla scrittura di fantasia, infatti ogni tema era da me iniziato sulle tracce indicate ma dopo poche righe mi perdevo in divagazioni del tutto lisergiche e prolisse, passarono ancora 10 anni e con l’arrivo dei primi pc sentivo che i miei pensieri potevano essere racchiusi in una macchina futuribile, fantastica, una primitiva copia di un cervello, subito venne spontaneo fissare la mia visione delle cose su un pezzo di silicio, e trasportarne il contenuto su un disco e avere una memoria, un archivio, quasi eterno, da quel giorno non ho mai smesso di fissare in queste macchine le mie idee, come un virus, come una malattia contagiosa, per renderle umane fragili,
anche in contrapposizione alla paura iniziale, di un mondo governato dai computer.


Ispirazioni, influenze sia in musica che in poesia?


subito l’ondata tedesca del 1970 con la loro musica elettronica cosmica e le varie declinazioni anglosassoni dunque, Tangerine Dream, Popol Vho,Kaus Shulze,Van Deer Greaf Generato, karl heinz stockhausen ecc
gli inglesi Rolling Stones, Cream, Who, Led Zeppelin, Bowie, Robert Fripp, Brian Eno, Roxy Music, Pink Floyd ecc, e il più grande americano della storia Frank Zappa che ha rivoluzionato tutti i generi musicali esistenti sulla terra li ha mischiati e shakerati per portarci fino hai giorni nostri ricchi di un bagaglio musicale inestimabile, sicuramente i testi di questi artisti attraversati trasversalmente hanno segnato in me una presa di coscienza politica, musicale poetica e umana, aggiungo delle letture essenziali come catalizzatore della mia crescita le opere di Hesse, Poe, Archimede, Jung, e gli immancabili testi teatrali di Petrolini, Totò, e tanto altro che potrei riempire 1000 pagine di Blog ma mi fermo contento, grazie


Come sei arrivato alla poesia? Ti ci sei accostato in maniera spontanea o qualcosa\qualcuno ti ci ha guidato?


è stato un percorso obbligato per completare la mia visione artistica, nessuna guida solo la voglia di sperimentare per suggestionarmi.


Le tue poesie mi appaiono sempre come delle perfette costruzioni di cristallo, limpide, pulite, rifinite, che trasportano il lettore in apparenti altrimondi, deviazioni\distorsioni acide e lucenti del ‘mondo reale’ in cui il senso della verità è inalterato. Oltre le parole, oltre l’immagine fissa e delineata. Come descriveresti la tua poesia a chi non si non è mai addentrato nelle tue visioni reali?


il mio percorso è molto chiaro, far parlare le immagini che appaiono proiettate virtualmente dalla musica, come nella pittura, come in qualsiasi cosa io realizzi, nella poesia, meglio chiamarla racconto dell’anima, lascio che il mio trasporto sonoro si materializzi in parole, attingo da anni di ricerca cinematografica, teatrale, musicale e dalla lettura dei classici della beat-generation, poeti come Gregory Corso, Caproni, ecc, riassumendo sono dei viaggi nel mio io più remoto.


Hai mai pubblicato o pensato di pubblicare una raccolta con una casa editrice o anche in modo autonomo tramite servizi di print-on-demand?


no mai, ma faccio parte anche se non in modo attivo di una casa editrice e prima o poi vorrei trovare il modo di riassumere le mie cose in un volume, sicuramente con immagini musica, in modo multimediale, e portare tutto dal vivo come una rappresentazione teatrale, musicale, video.


Quando e come hai iniziato a comporre musica?


molto presto se considero i primi esperimenti fatti all’età di 10-11 anni con registratori a nastro e semplici strumenti elettronici che ho inventato, molto simili al vecchio moog.


Quali sono di solito le fasi di lavorazione di un pezzo?


sicuramente la fascinazione di un suono, come una sfumatura di colore, ne vedi le tonalità e le differenze, come intingere il pennello in più colori e poi scivolarli su un foglio, si stendono si separano si mischiano pur essendo un unico tratto insomma mi lascio incantare dalla magia della casualità, stendo un suono di base fraziono e aggiungo colore sottraggo sfondo,bilancio pieno e vuoto, creo delle onde di colore sonoro più o meno intensamente, riascolto, tengo o butto, deve essere il giusto per me.


Molti dei tuoi pezzi, come per esempio ‘KATO’ (‘Ground’, 2008) o ‘IMAGE ROUGE’ (‘Triod’, 2008) mi sembrano i corrispettivi sonori perfetti delle tue poesie: oscure cavità sotterranee in cui rilucono piccoli dettagli, luoghi di misteri, celebrazioni segrete, sacrifici. L’altra faccia è invece quella della sperimentazione venata di leitmotif hip-hop, che in qualche modo mi ricorda l’atteggiamento degli artisti americani della Pop Art nei confronti del ‘modello’ (‘TWIN’, ‘Triod’)
A volte, questi due atteggiamenti convergono, si mischiano morbidamente, creano tinte pastello (‘DEUS’, ‘FRENCH KISS’, ‘Triod’)
In ‘Akim 2010’ la gamma sonora viene ampliata, arricchita, il passaggio fra le due anime è ancora più morbido e naturale. Molto automatico e sparato invece ‘Life’ (2010), concentrato adrenalinico in metamorfosi continua. E ora?


ora, io sono sempre altrove, girano immagini, parole, musica, suoni nella mia testa, a volte diventano insopportabili urgenze, a volte embrioni in evoluzione, mai nessuna fretta forzerà la mia mano, ho cose nuove ma aspetto qualcosa che appunto cresca indipendentemente dentro di me, sicuramente tutto nuovo.


Che ne pensi di Internet in quanto strumento di promozione?


ottimo, ma il confronto o la semplice esposizione lascia il tempo che trova, credo più in un’attività di collaborazione per spazi virtuali sperimentali.


Al momento stai leggendo\ascoltando qualcosa di particolare che ti piacerebbe
consigliare a me e ai (sporadici) lettori del blog?


il musicista Alva Noto, e G.F.Malipiero per la musica, e trattati di semantica e biologia.


Il cinema ti interessa? E in che modo? C’è una forte componente visiva nella tua scrittura e nella tua musica. Se dovessi pensare a un corrispettivo filmico delle tue opere, quali film (esistenti o ancora immaginari\irrealizzati) ti verrebbero in mente?
(Parlando di immagine e suono, ho appena trovato per caso il tuo canale YT
http://www.youtube.com/user/crewpixel che risponde in maniera fisicamente evidente alla domanda e che quindi sono felice di condividere)

i film di CRONENBERG, POESIA PURA.


Parlaci del tuo progetto ‘CREWBIT’. In cosa consiste? Come si svilupperà?


è stato un progetto durato qualche mese e aveva l’intento di creare un portale libero per la pubblicazione di musica elettronica fatta in casa con “pochi”mezzi, avevo coinvolto diverse persone, ma non è stato possibile portalo a compimento, si erano creati video e interazioni con il mondo del teatro e come al solito molte altre cose, ma poi come dicevo non sono riuscito. ma credo di sviluppare altre idee simile per altri progetti, si vedrà

grazie ciao