giovedì 17 dicembre 2015

Recensione: Emanuele Bucci, "I peccatori"



«Un uomo che aveva vissuto per anni ai margini della sua esistenza, passivamente, come ascoltatore. E che stupidamente, pateticamente, aveva creduto di potersi riscattare con un singolo gesto, insensato quanto audace. Ma aveva sbagliato luogo, momento. Aveva sbagliato vita. E ora ne pagava le conseguenze». (p.88)

Fin dalle prime pagine I peccatori, giallo atipico che tocca tutta una serie di interrogativi esistenziali, si dimostra un libro ben scritto, con un gusto per la parola abbastanza raro. Non solo Emanuele Bucci riesce a mantenere alta la tensione narrativa per 290 pagine, ma costruisce un universo narrativo in cui personaggi, fatti e temi s'intrecciano senza difficoltà, con dei picchi di bravura assoluta come, per esempio, nel capitolo XV della prima parte, dove la narrazione in seconda persona e lo stile altalenante riflettono il tormentato corso dei pensieri del protagonista.

Come ogni giallo che si rispetti, I peccatori ci porta sulla strada sbagliata più volte, mettendoci sulle tracce di un sospettato che poi si rivela essere innocente, ma questo è forse l'aspetto meno interessante e più meccanico. Le numerose situazioni conflittuali, i risvolti psicologici e l'ineluttabilità dell'imprevisto sono gli elementi che più riescono a tenere avvinto il lettore. Sorprende poi come di volta in volta lo sviluppo degli eventi non getti luce solo su uno degli ospiti dell'Hotel Vita Nuova, ma illumini lo stesso protagonista, così da farcelo conoscere per gradi, come se avessimo a che fare con un nostro conoscente. Menzione a parte merita l'inarrestabile escalation di colpi di scena nel finale in cui desta ammirazione la capacità dell'autore di riuscire a tenere le fila di una trama così complessa.

Passano quasi inosservate le piccolissime pecche. Personalmente, avrei preferito che le voci di alcuni personaggi fossero maggiormente connotate. Per esempio, mentre Lisa ha una voce ben distinta, non sempre Matteo Merisi e Vittorio Meis si differenziano in maniera così radicale per quanto riguarda il loro modo di parlare, nonostante i due abbiano avuto delle vite completamente diverse.

Bucci è un autore da tenere d'occhio.

Voto: 4 / 5

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1 commento:

  1. Niente per un autore, esordiente o esperto che sia, è vitale come confrontarsi con lettori dotati di spirito critico raffinato: Maurizio Brancaleoni è uno di questi, la sua recensione al mio primo romanzo offre un giudizio complesso e al tempo stesso argomentato con chiarezza ed efficacia. Lieto che questo giudizio sia anche estremamente positivo, ma soprattutto sono particolarmente grato per la definizione di "giallo atipico" (in riferimento agli interrogativi "esistenziali" toccati dalla storia) nella quale mi riconosco pienamente!

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