mercoledì 2 marzo 2016

Dirk van Bastelaere su "Fischi di carta" (Traduzione di Maurizio Brancaleoni)

Esce in questi giorni il #35 della rivista di poesia Fischi di carta. Nella sezione Migrazioni dedicata alla poesia straniera trovate la mia traduzione di due poesie di Dirk van Bastelaere, autore fiammingo. 

Fischi di carta viene distribuito nelle facoltà universitarie di Genova e Bologna, oltre che in molti teatri, locali, cinema, librerie e biblioteche di Genova.
Riporto qui le due poesie insieme a una breve biografia.


 Dirk van Bastelaere, poeta, traduttore e saggista belga di lingua nederlandese, è uno dei più acclamati interpreti del postmoderno. Nato nel 1960 a Sint-Niklaas, nelle Fiandre orientali, studia Filologia Germanica prima a Lovanio e poi ad Anversa, lavorando nel frattempo come bibliotecario, redattore per varie riviste e responsabile stampa al Ministero per la posta e le telecomunicazioni. Con la sua prima raccolta di poesie Vijf jaar (1984) vince il Premio fiammingo per il miglior debutto letterario. Seguono Golden Boys (1985) e Pornschlegel en andere gedichten (1988), dove risalta la natura fuorviante della lingua al servizio di una realtà caotica e frammentata. Nel 1994 esce Diep in Amerika, particolarmente ermetica, e nel 2000 Hartswedervaren, incentrata sul simbolo del cuore, ad oggi la sua opera più riuscita, con cui si assicura il Premio della cultura fiamminga per la poesia. I suoi saggi, raccolti nel volume Wwwwhhoooosssh. Poëzie en haar wereldse inbedding(2001), seguono le orme di figure chiave del post-strutturalismo come Lacan, Barthes e Kristeva. Nel 2005 una selezione delle sue poesie viene tradotta in inglese.

 
Di fronte al precipizio

Che io mi rivolga a te,
cuore muto,
è naturalmente un'assoluta follia, tu sei
un dato generico preso dalla storia della cultura.

Ciò significa: una nebulosa,
girini che galleggiano, un percorso d'incidenti
un sole che si fa nero,
napalm, Ordine, un mondo coordinato
e noi scriviamo entropia.

È una parola,
cuore,
di fronte al mondo. Allo stesso modo di fronte
al precipizio posso mettermi a urlare, un canyon dove
in punti precisi
è stata collocata una cornicetta di legno
con la scritta Take Pictures Here. KODAK

Tegen de afgrond

Dat ik je aanspreek,
stom hart,
is natuurlijk complete waanzin, je bent
een generiek gegeven uit de cultuurgeschiedenis.

Dat betekent: een sterrennevel,
drijvende paddesnoeren, een parcours d'accidents
een zon die in het zwart verkeert,
napalm, Reihung, een nevengeschikte wereld
en we schrijven entropie.

Het is een woord,
hart,
tegen de wereld. Net zo goed kan ik tegen
de afgrond gaan schreeuwen, een canyon waarlangs
op zorgvuldige plaatsen
een houten framepje werd opgesteld
met de vermelding Take Pictures Here. KODAK

La donna dell'incubo

La luna nervosa è la sua infiorescenza
più bella. Lei vaga come un'ombrellifera
sui prati bagnati della notte.

La sua schiena si raffredda e diventa
di carne. Il sogno
le si legge ancora

in faccia, come sudore freddo.
Non posso raccontarle delle cisterne
nella notte, lei stessa ci passava accanto

per restare con me. Lei dava
il suo corpo ronzante all'indifferenza
e viveva un tempo accelerato. 
 
La camera somma il suo tragico destino
a tutta la mia insufficienza
e la rende ovvia.
Allora posso vedere le lesioni,
non spariranno.
Poiché quel che di lei so,
lo so per la prima volta.
Ciò mi si rivolta contro
e non cambia niente,

né rende liberi.

Alptraumvrouw

De nerveuze maan is haar mooiste
Bloeiwijze. Ze wandelt als een schermbloem
Op de natte weiden van de nacht.

Haar rug koelt af en wordt
Van vlees. De droom
Staat nog op haar gezicht

Te lezen, als koud zweet.
Ik kan haar niet vertellen van de regenputten
In de nacht, ze liep er zelf langs

Om mij bij te blijven. Ze gaf
Haar gonzend lichaam aan de onverschilligheid
En leefde een versnelde tijd.

De kamer telt haar noodlot op
Bij al mijn ontoereikendheid
En legt haar voor de hand.
Dan kan ik de kwetsuren zien,
Ze zullen niet verdwijnen.
Want wat ik over haar weet,
Weet ik voor het eerst.
Dat keert zich tegen mij
En dat maakt niets uit,

En niets vrij.
 

***

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