giovedì 2 aprile 2015

Intervista alla Gorilla Sapiens Edizioni

Grazie per l’intervista!

La mia prima domanda è: perché ‘Gorilla Sapiens’?
 
Molti pensano che sia un omaggio al libro di fantascienza di L. Sprague de Camp e Peter Schuyler Miller che nell’edizione italiana porta questo titolo. Invece si è trattato di una casualità. Dopo aver scartato piante e minerali, ci siamo orientate su un animale, ma visto che l’editoria è già popolata da molte bestie (nel senso di molti “nomi comuni di animali attribuiti a case editrici o collane”) ne volevamo uno un po’ particolare. In breve: una di noi ha proposto “Gorilla”, la seconda ha aggiunto “Sapiens” e la terza ha detto “ok”. Adesso non ricordiamo più chi ha detto cosa.


Quando e come nasce la Gorilla Sapiens Edizioni? Avevate già una linea editoriale precisa e se sì, avete maturato idee diverse nel tempo?

Nasce sulla carta alla fine del 2011, ma la prima pubblicazione è di giugno 2012. Linea editoriale… sì e no. Più che una linea editoriale, avevamo una sorta di “sentimento editoriale”, se mai può esistere qualcosa di simile. Sapevamo cosa non volevamo (narrativa di genere, saggistica), ma quello che abbiamo scelto è stato determinato forse da un riconoscimento in buona parte istintivo del valore di un autore. Credo che nel tempo stiamo affinando una vera e propria linea editoriale, e sono fiduciosa nel fatto che prima o poi riusciremo anche a definirla, ma non è detto che ci interesserà farlo. Per ora direi: storie e immaginari personali, fuori dai cliché, e possibilmente con un tono ironico o anche beffardo, che è quello più vicino alla nostra sensibilità di editrici e lettrici.

Qual è l’ingrediente che non può assolutamente mancare in un vostro libro?
Le pagine.
Pur autodefinendovi una ‘piccola casa editrice indipendente’, i vostri libri si trovano in librerie e sparse un po’ in tutta Italia. Nonostante tutto, pare che ci sia un discreto interesse per l’editoria indipendente. Che ne pensate? 
 
Ci autodefiniamo una piccola casa editrice indipendente perché lo siamo. Ed è per questo che i nostri libri si trovano in poche librerie sparse, non hanno una diffusione sistematica e capillare e restano tendenzialmente fuori dai grossi circuiti.
C’è sicuramente interesse per l’editoria indipendente tra librai altrettanto indipendenti. Ma il problema della distribuzione per i piccoli editori è cosa nota, anche se si stanno elaborando nuove strategie e sistemi alternativi che potrebbero dare un po’ di respiro e speranza a realtà come la nostra.

Che cosa direste all’acquirente incerto per convincerlo a comprare Lo sturangoscia?

Citerei un passo della prefazione di Alessandro Sesto: “Chi legge molto, come con ogni probabilità tu, lettore indipendente di questa prefazione indipendente di un’edizione indipendente, sa quanto sia raro un libro davvero diverso dagli altri, e come i tentativi di scrivere qualcosa di nuovo siano spesso così forzati e dolorosi che solo la fantasia di lavorare per il bene della Letteratura ci dà la forza di girare le pagine. Lo Sturangoscia invece […] sorvola la frontiera del consueto con la grazia di un aliante, offrendo al lettore un’esperienza di irrinunciabile immenso spasso.”

Grazie ancora per il vostro tempo e alla prossima!


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