Martedì
30
settembre 2014 – Ultimo
appuntamento di Libri a Mollo con la presentazione del nuovo libro
di Nicola Lagioia, “La ferocia”, edito da Einaudi.
Carmelo Calì, ideatore e promotore della rassegna, si dice orgoglioso di chiudere con Lagioia questo ciclo di incontri.
Secondo Giordano
Meacci, moderatore dell'evento,
Lagioia “cambia scientemente voce” e sceglie di adottare con questo libro la terza persona
per “raccontare la parte nera” dell'Uomo con la narrazione di una vicenda familiare.
Con rigore filologico Meacci ci parla di
un'accezione meno conosciuta del sostantivo “feroce” che starebbe
per “spavaldo, arrogante, fiero”, come lo si ritrova in
Boccaccio. Questa quindi la “ferocia” che contraddistingue la
Clara Salvemini del libro, nelle
parole di Meacci, una “Mickey
Sabbath filtrata da David Lynch”.
Inoltre, il termine ricorrerebbe in momenti importanti del libro, in cui rispettivamente si
parlerebbe di “ferocia degli occhi”, “ferocia del popolo del
sud” e del
personaggio di Annamaria che sente già feroce la bambina nel suo
ventre.
Degne di nota sarebbero anche “le
parentetiche” di un testo che nell'affrontare l'enormità del
Male si conferma un'opera
d'arte vera.
Lagioia ci rivela di aver lavorato al libro per quattro anni e mezzo, un lasso di tempo in cui effettivamente la realtà è cambiata, “l'aria intorno a noi si è incattivita” e “la crisi è arrivata nel tinello domestico”: “la ferocia” sarebbe allora “il clima emotivo che circonda il romanzo”, secondo l'autore “uno stato di natura da cui crediamo di esserci emancipati e che ci viene a riprendere nei momenti di difficoltà”.
Con “La ferocia” l'autore fa anche i
conti con la sua terra d'origine, la
Puglia, che percepisce lontana e vicina al contempo ogni volta che vi fa ritorno. In questo
senso, il romanzo sarebbe anche espressione di “una ferita con cui
bisogna imparare a dialogare”.
Incuriosito da questa presentazione? Puoi acquistare il libro qui.
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